I Grandi Fotografi – Josef Koudelka

Con questo articolo dedicato a Josef Koudelka inauguriamo la sezione dedicata alla Cultura Fotografica a cura di Roberto Bianchi.

Nelle intenzioni dell’autore e del Fotoclub c’è la voglia di non fermarsi solo al lato estetico e tecnico della fotografia, ma di esplorare e imparare qualcosa anche da i grandi fotografi e autori del passato e contemporanei. La volontà di Roberto è quella di scrivere un paio di articoli alla settimana inerenti i grandi autori del passato, i libri fotografici e  le interviste con gli autori contemporanei.

Per ora le mail di questa sezione arriveranno in automatico come una qualsiasi News, cercheremo comunque di fare in modo di darvi la possibilità di iscrivervi, se lo volete, a questa sezione in aggiunta alla sezione news a cui siete già iscritti, per non riempirvi la casella di posta di messaggi indesiderati, a breve riceverete notizie e istruzioni a riguardo.

Con l’augurio che questa nuova iniziativa del Fotoclub possa piacervi, vi ricordo che c’è tempo fino alla fine di febbraio per rinnovare la quota societaria che è di 40 euro per i soci e 20 per i soci familiari.
Buon anno e buona luce a tutti!

Fabrizio

I Grandi Fotografi – Josef Koudelka

Nato il 10 gennaio del 1938 a Boskovice, Josef Koudelka è considerato uno dei grandi maestri della fotografia.

Fedele al suo bianco e nero, il fotografo ceco ha catturato la fragilità dello spirito umano sullo sfondo di paesaggi malinconici. Desolazione, abbandono, partenza, disperazione e alienazione, sono temi costanti nel suo lavoro. La vita intera di Koudelka è permeata dal solo bisogno di fotografare.

Laureatosi all’Università di Praga nel 1961, lavora come ingegnere aeronautico per 6 anni, prima di decidere di dedicarsi completamente alla fotografia.

Dal 62 inizia la sua serie sugli zingari, “Gypsies”, di cui verrà pubblicato un libro nel 1975, vincitore del prestigioso Premio Nadar. Il libro è un’importante documentazione sulla vita della società nomade, attraverso gli scatti delle comunità gitane di Boemia, Moravia, Slovacchia, Romania, Ungheria, Francia e Spagna.

La svolta internazionale nella carriera di Josef Koudelka avviene con le foto della primavera di Praga, in cui il fotografo ceco ritrae le forze militari del Patto di Varsavia al momento della loro entrata nella capitale dell’ex Cecoslovacchia. Quei negativi arrivano in maniera clandestina all’agenzia Magnum (di cui Koudelka farà parte dal 1971) e le immagini vengono pubblicate sul Sunday Times in forma anonima, firmate solo con la sigla P.P. (photographer of Prague) per paura di possibili ripercussioni contro Koudelka e la sua famiglia.

Grazie all’interessamento della agenzia Magnum, Koudelka viaggia in Inghilterra, dove fa richiesta di asilo politico. Nel 1984 la Hayward Gallery di Londra mostra per la prima volta, dopo 16 anni di anonimato, le foto dell’invasione di Praga con il suo nome.

Nel 1987 la Francia, dove Koudelka risiede ormai da tre anni, gli concede la cittadinanza francese e gli viene conferito il Grand Prix National de la Photographie. Nel 1988 viene pubblicato il libro “Exiles”, vincitore dell’ICP Award per il miglior libro fotografico nel 1989, che rappresenta una profonda riflessione sullo stato fisico e spirituale di esule.

Dal 1986 Josef Koudelka inizia a fotografare con una fotocamera panoramica. Lo sguardo del fotografo ceco abbandona la rappresentazione umana e si concentra sulle composizioni decadenti, sui luoghi senza vita e sugli scorci rovinati dalle architetture abbandonate dall’uomo. Le immagini di questa serie sono riunite nel libro “Chaos” del 1999.

Vincitore del Premio Internazionale Henri Cartier-Bresson (1991) e il premio Hasselblad Award (1992), Josef Koudelka continua a lavorare con lo spirito che da sempre lo contraddistingue.
In una celebre intervista, alla domanda su cosa sia più importante per un fotografo, ha risposto: «Un buon paio di scarpe».

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